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La prima volta era di primavera, a una manifestazione, nel ’17 del nuovo millennio.
Non ricordo esattamente il tema. Era la tutela dei diritti, questo lo ricordo. Di chi? Forse dell’ambiente. O degli immigrati. O degli Lgbt. O dei giovani. O… Probabilmente di tutto questo insieme. Una manifestazione allegra, colorata, solare. Tante famiglie, tanti giovani. Saluti tra gente che si conosceva già e sorrisi con quelli che non si conoscevano ancora.
Ero lì con Jacopo e Bruno, e fu quella la prima volta che sentii parlare di quello che sarebbe diventato People For Planet. “Che ne dici di fare un giornale green online?” mi dissero.
Niente male, pensai.
Poco tempo dopo, ormai d’estate, ci ritrovammo alla Libera università di Alcatraz, con il primo nucleo di quella che sarebbe diventata la redazione.
Giorni fantastici di idee in libertà, alcune geniali, altre insensate, altre ancora folli. E poi proposte per rendere la follia concreta e realizzabile.
Una esplosione di creatività.
Poche cose sono divertenti come creare dal nulla qualcosa di nuovo.
E tra queste, pochissime sono divertenti come creare dal nulla un giornale.
Dopo alcuni mesi di numeri zero e di rodaggio, a gennaio ’18 nasceva ufficialmente la nuova creatura.
Sin da subito, e poi per tutti i quasi quattro anni della sua vita, People For Planet si è rivelato molto simile a quella manifestazione: un giornale con un cuore verde e con una grande attenzione ai diritti delle minoranze. E poi ampio spazio alla salute, al benessere, alla cultura.
Abbiamo cercato di mescolare temi seri e altri più leggeri, spaziando da articoli anche “tecnici” a video a tutto campo, non ultimi – e di notevole successo – quelli ironici o dichiaratamente satirici.
Col tempo, il nucleo iniziale della redazione e dei collaboratori è cambiato e cresciuto, fino a coinvolgere decine di persone, in gran parte donne (chissà perché, nelle cose belle le donne spesso sono la maggioranza).
Un patrimonio di relazioni, professionalità e positività che non credo andrà disperso.
Perché ora questo capitolo finisce, ma non per questo è arrivata la parola fine.
Ci saranno altre iniziative, altre idee da realizzare. E se vorrete essere con noi, come in tanti siete stati con noi in questa avventura, sarete i benvenuti.
Questo non è un addio, è un arrivederci.
People For Planet è stato un bel viaggio. Come dice Ryszard Kapuscinski, uno che di giornalismo e di viaggi se ne intende: “Un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. In realtà comincia molto prima e non finisce mai, dato che il nastro dei ricordi continua a scorrerci dentro anche dopo che ci siamo fermati.
È il virus del viaggio, malattia sostanzialmente incurabile”.

 

di Sergio Parini